Batto l’aria a tutto cuore
sono a te Chandra.
Intrisa di pellegrinaggi indicibili
sudati dall’infanzia senza scopo di passi
solco la soglia di uno sguardo
agognato come una stella:
illumini le assenze,
imponi silenzio.
Mi perdo nella piega d’una guancia
nei capelli fini, non bianchi,
nella misura del tuo corpo
che assume consistenza minuscola a pochi centimetri dal mio,
sono un segugio
non mollo l’osso di ogni tuo singolo movimento
mi inoculo col contagocce parole da minatrice,
registro là dove si incrina la voce
e come muovi il capo.
Il tuo sorriso bambino
è speranza di purezza,
mi ricompone il cuore.
Maestra
accompagnami lungo la strada verso casa
almeno un pezzo
almeno fino a sera.
Cura la mia solitudine che tu esista.
La cura, non la salva,
è orlo di precipizi la mia solitudine
e tu
non sgretoli.
Firmi il tuo mio libro
noti consumatissimi i miei tuoi fogli
dedichi
A Federica con vita vissuta.

