A Federica con vita vissuta

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Batto l’aria a tutto cuore

sono a te Chandra.

 

Intrisa di pellegrinaggi indicibili

sudati dall’infanzia senza scopo di passi

solco la soglia di uno sguardo

agognato come una stella:

illumini le assenze,

imponi silenzio.

 

Mi perdo nella piega d’una guancia

nei capelli fini, non bianchi,

nella misura del tuo corpo

che assume consistenza minuscola a pochi centimetri dal mio,

sono un segugio

non mollo l’osso di ogni tuo singolo movimento

mi inoculo col contagocce parole da minatrice,

registro là dove si incrina la voce

e come muovi il capo.

 

Il tuo sorriso bambino

è speranza di purezza,

mi ricompone il cuore.

 

Maestra

accompagnami lungo la strada verso casa

almeno un pezzo

almeno fino a sera.

 

Cura la mia solitudine che tu esista.

La cura, non la salva,

è orlo di precipizi la mia solitudine

e tu

non sgretoli.

Firmi il tuo mio libro

noti consumatissimi i miei tuoi fogli

dedichi

A Federica con vita vissuta.

 

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