Appunti di RI-lettura
3 MINUTI DI LETTURARipercorro sottolineature e orecchie fra le pagine di testi amati, arati, depositati e poi più volte ripescati… portati negli zaini, aperti a caso, letti a voce alta, ricopiati a penna, lasciati a custodia di comodini e animali e oggi finalmente distesi su scrivania estiva.
Rimaneggio qui e ora stralci selezionati in base a ciò che risuona, ch’è rimasto impigliato nella memoria o sganciato nelle notti buie come un paracadute per arrivare a mattina. Intreccio per assonanza, sfumature o capitanza. Aggiungo notazioni mie sparse come un soffione rilasciato all’aria e disponibile all’incontro.
Il nostro compito di esseri umani desiderosi di vivere la vita fino in fondo è prestare attenzione a quando sperimentiamo qualcosa. Quando sperimentiamo davvero, non sentiamo la sofferenza o la rabbia: siamo queste cose. Sperimentare significa semplicemente essere, solo per un istante, senza il pensiero. Sperimentare è qualsiasi cosa siamo quando non stiamo pensando a noi stessi.
Quando possiamo sederci, magari un’ora o due, e limitarci a sperimentare, la nostra vita si trasforma ad una velocità impressionante. Non è niente di spettacolare, non significa che non affioreranno pensieri, ma è come se i pensieri gorgogliassero sulla superficie dell’acqua e, sperimentandoli, li facessimo sparire. Non possiamo cercare di lasciar andare, non possiamo cercare di essere persone che accettano. Quello che possiamo fare è sperimentare una cosa, non accettarla. Per quanti minuti posso semplicemente stare lì ad essere quella cosa? Più sperimentiamo meno abbiamo bisogno che le cose siano diverse. Meno siamo attaccati dal giudizio. E va da sé che la vita che sboccia da questo genere di pratica è più compassionevole, più aperta, più pacifica. Ciò non significa che non dovremo lottare per le cose o agire. Ma che lo faremo muovendo da tranquillità e attenzione.
Diciamo che per qualche minuto riusciamo a sentire quello che stiamo sentendo invece di rifuggirlo, pensarci, analizzarlo, prendere una pillola, ubriacarci o quello che facciamo pur di non essere costretti a sentirlo. Se riusciamo davvero a restare con questo, a mostrarci amichevoli e curiosi con la nostra sofferenza, possiamo cominciare a trasformarci. Quando viviamo con un pensiero dominante la sofferenza si rinsalda. Non può muoversi, non può fare niente. Rimane lì incastrata e ci fa impazzire.
Quando riusciamo a lasciar andare il desiderio personale, basato sul pensiero che le cose vadano in un determinato modo, per la prima volta la sofferenza che proviamo può cominciare ad aprirsi, e quando si apre la sensazione diventa chiara e serena. E alla fine ci sono silenzio e meraviglia. In definitiva non c’è niente: solo meraviglia.
Meraviglia quotidiana,
Charlotte Joko Beck
Sperimentare e lasciare che la sofferenza si apra, rinunciare a circoscrivere, prevedere, programmare. Lasciare che la navigazione a vista non si areni sulle mappe, abbia occhi dediti allo scorcio dell’istante e prontezza d’intenzione.
Quanto durano le apnee dal pensiero? Il tempo in cui si regge il tuonare del corpo stando muti.
Essere fedeli alla pratica, fiducia nel non fare, fiducia nel lasciarsi levigare. Evitare di misurare dopo ogni tratto ma lasciare che scorrano le stagioni… non c’è traguardo, solo un lento e compassionevole ricominciare.
Attendendo alla trasformazione che arriverà quando il tempo del sostare sarà maturo.
Il silenzio è cosa viva
Chandra Candiani
Una frase come un balsamo di pazienza sulle urgenze del divenire. Nobilita la sosta e i passi titubanti, conforta il timore del giro a vuoto e conferisce senso al perdersi. Affiora quando ho bisogno. Chi la chiama?
Le cose sfuggono al nostro controllo e sono imprevedibili, forse sarà meglio confidare nella nostra abilità di percepire e agire con chiarezza una volta che
si sia lasciata la mente libera dai ceppi. Confidare nell’emergere significa avere piena fiducia che nell’incontrare l’ignoto con consapevolezza e accettazione immergeremo dall’esperienza più saggi e compassionevoli di come ci siamo entrati. Si tratta di avere piena fiducia nel fatto che la vita non ci distruggerà, ma ci passerà attraverso rafforzandoci
“Mindfulness Relazionale”
Gregory Kramer
Camminare su un filo senza perdere lo sguardo all’orizzonte, solo percepire con alluce titubante il millimetro a seguire. Spostare gli occhi sul prossimo passo equivarrebbe a intonare il viaggio sulla sinfonia della caduta. Alzare le braccia a ponderare un equilibrio e un mezzo sorriso è lo spostamento libero di sperimentare non deciso dalla paura.
Allora senti, ci sarà un lupo e sarà bianco. Tu sarai bendata e gli starai in groppa, in piedi, correrete insieme, slacciati dalla ragione, legittimi alla velocità dell’aria. Non ci sarà bisogno di fidarsi. Lui avrà fiuto e tu equilibrio.
“Allora senti”
Chandra Candiani,
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