Fraintendi- menti
< 1 MINUTO DI LETTURAFilmografie d’interni intrattengono la spettatrice che ho dentro
i sogni focomelici nell’assenza di polpastrelli sono relegati a quella sala:
schermo gigante, poltrona unica, pop-corn
tanti tantissimi pop-corn
che il masticare compensi il non nutrire
già che le calorie di plastica lasciano la pancia vuota
fin dai primi titoli di coda.
Fraintendo e mento.
Mi mento
nel fraintendimento che non indago
per poter stare sulla soglia
di un rischio calcolato.
Appoggio la mano di taglio sopra agli occhi
riparo lo sguardo dal sole
mentre affondo le pupille sulla superficie del burrone
inspiro
e non salto.
Preferisco fraintendere, cogliere segnali improbabili
che si uniscono in rigogliose costellazioni sotto le palpebre.
Tengo stretta la mia illusione, come il mio cane l’osso buono fra i denti
anche quando non c’è più ciccia.
A proiettori spenti
raschiando di consapevolezza superfici imbellettate,
a luci accese
quando apro il palmo
e volan via le mosche in ostaggio nel pugno
poggio una pietra blu
sulla gola tremante
mi rompo
dico la verità
intendo e non mento
assumo tutta la paura
mi inciprio di vergogna
lascio che il rifiuto, l’abbandono e i loro fratelli in disperazioni d’infanzia
si ciuccino tutta la mia piccolitudine
mi dico la verità
appiccicata alla terra
anche di cadere
sono libera

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