La stanza vuota
3 MINUTI DI LETTURACitazioni libere e scelte fra libri spontaneamente incontrati
Avere in casa una stanza così cambia un po’ l’esistenza, rende tutta la casa un po’ diversa… Che ci sia una stanza, che ci si possa sedere, che il dolore e la gioia possano stare seduti con noi, in noi, nella stanza, che possano essere compresi…
Un tempo tenevo la porta della stanza della meditazione chiusa, era un tempo in cui pensavo ancora di dover proteggere la (mia) interiorità, il silenzio, la pratica della meditazione, come se dovessi preservarli dal resto della vita.
Col tempo ho sentito che la porta chiusa non solo preservava, ma anche escludeva, interrompeva un flusso. E l’ho lasciata sempre aperta, si è creata una corrente tra la vita delle altre stanze e quella stanza vuota e silenziosa.
Una stanza che non accoglie un gatto è un gabinetto.
Il silenzio ha bisogno della vita quotidiana. Ha bisogno del rumore, dei gatti, degli urli, per sapere che sono una cosa sola.
Una stanza della meditazione è un luogo poetico, in senso letterale, il luogo di un fare, un particolare tipo di fare che in un certo senso consiste nello smettere di fare alcunché, disimparare.
E si disimpara a prendere parte e posizione, a essere a favore o contro questo o quello, a fare di sensazioni, memorie, desideri, pensieri dei concetti a cui credere indiscutibilmente e di cui poi convincere altri. E’ un luogo che si fa insieme, di per sé è solo una stanza, né brutta né bella, piena di spazio, di possibilità. E quel che nasce assomiglia al luogo stesso, sono i miracoli del noto.
Allora pian piano si ricevono le visiste della consapevolezza .
La consapevolezza del piccolo esercitata con consapevolezza e continuità apre la porta ad una consapevolezza sempre più costante e profonda.
Ci apriamo. Ad accogliere. A non subire. A non interferire. Ad accogliere con fiducia qualunque cosa ci capiti. E’ questo non interferire che ci permette il rivelarsi, apre la possibilità della comprensione e dello scioglimento.
E’ possibile ascoltare bene solo quando si tollera di non capire ( Peter Bichsel). La meditazione, come la poesia, è una memoria. Memoria d’essere.
Soffriamo quando la bellezza in noi resta inespressa.
C. L. Candiani
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