Domanda

2 MINUTI DI LETTURA

Sbucciami, che voglio incontrare carne viva sotto la mia pelle in maschera

raschiami via di dosso semplici risoluzioni che celano le mie paure di camminare sul filo

toglimi l’appoggio quando fingo di stare ritta ma incedo col fianco sulla parete posticcia delle mie certezze

bucami, che quando sono troppo intera non ascolto nessuno

sfonda la mia bara quando so già tutto… e sono morta

insegnami questa danza con te, che io non so ballare, mi vergogno.

mi manca il cavo che allunga il ritmo fino al corpo

balla la connessione e io barcollo. Scomposta.

com’è rigirarti pietra liscia che mi accompagna nelle tasche

com’è trovarti al risveglio e riempirti di baci

com’è non spremerti insieme al limone del mattino in questua d’acida risposta

com’è tenerti nella pancia, sentirmi gravida di te, senza pensare al parto ma a millimetri di feto che nutro vivendo

io anelo ad una relazione aperta con la mia domanda.

che poi sono tante ma si riducono ad una

e quell’una poi cambia nel tempo

ma il tempo è solo

il mezzo

per dire meglio quell’una.

Amo la mia domanda di una relazione casta,

non v’è penetrazione

-o ci si prova-

tesa a possederla d’urgente risposta.

amo la mia domanda

cercando sempre

d’incontrarla nei passi vacui e leggeri dei boschi

le foglie che scricchiolano

il picchio che batte

l’albero alla destra

pazzo d’amore

si getta ardentemente su quello di sinistra

mi dice degli anni ad allungarsi

mi spiega il lancio

l’intuizione del cercarsi

ma che prima bisogna essere

cresciuti.

Amo la mia domanda,

il nostro bacio:

la pazienza.

Passeggiate con Rilke

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *